martedì 30 aprile 2013

Calcio d'inizio?

Secondo La Nacion si giocherà la sfida calcistica all'Olimpico tra Italia e Argentina e a dare il calcio di inizio dell'amichevole dovrebbe essere proprio il Pontefice amante del calcio e tifoso del San Lorenzo. Messi e compagni saranno anche ricevuti da Bergoglio in Vaticano. L'incasso della partita verrà invece devoluto in beneficenza.

lunedì 29 aprile 2013

Santa Caterina da Siena

S. CATERINA da Siena, compatrona d’Italia e d’Europa Dottore della Chiesa (oggi la festa). Nasce a Siena, nel rione di Fontebranda (oggi Contrada dell’Oca), il 25 marzo 1347, dal tintore Jacopo Benincasa e da Lapa di Puccio de’ Piacenti. È la 24.ma di 25 fratelli e sorelle. Nel 1353, all’età di sei anni, ha la prima visione di Cristo Pontefice, accompagnato dagli apostoli Pietro e Paolo e dall’evangelista Giovanni; è un’esperienza fondamentale per tutta la sua vita, infatti intuisce che deve rivolgere cuore e mente a Dio facendo sempre la Sua volontà. A sette anni fa voto di verginità perpetua ma la famiglia ostacola la vocazione e, pertanto, le impediscono di avere una camera per sé e la costringono a servire in casa. Un giorno il padre la sorprende in preghiera con una colomba aleggiante sul capo e decide, allora, di lasciare libera la giovane di scegliere la propria strada. Dopo anni di preghiere e penitenze, Caterina riceve, nel 1363, l’abito domenicano del Terz’Ordine (Mantellate, laiche). Nella sua cameretta, molto spoglia, conduce per alcuni anni vita di penitenza. Lei stessa racconta di aver ricevuto dal Signore il dono di saper leggere; imparerà più tardi anche a scrivere, ma la maggior parte dei suoi scritti e delle sue corrispondenze sono dettate. A vent’anni, al termine del Carnevale del 1367, racconta che le apparve Gesù con sua Madre per sposarla a Sé nella fede, ricevendo un anello, adorno di rubini, che sarebbe stato visibile soltanto ai suoi occhi. Detta le prime lettere ed ha inizio la sua attività caritativa: poveri, malati, carcerati, spesso ripagata da ingratitudine e calunnie. Nel 1368 muore il padre. Nel 1370 avviene lo scambio dei cuori tra Caterina e Gesù. Nel 1371 si aggiungono a Caterina i primi discepoli, chiamati per scherno “caterinati”. Nel 1373 Caterina comincia ad indirizzare lettere a personalità di rilievo del mondo politico affermando, fra l’altro, che :“Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia”. Nel maggio del 1374 è a Firenze, dove acquista nuovi amici e discepoli. In questo stesso periodo le è dato, come direttore spirituale, fra Raimondo da Capua (suo biografo postumo). Nell’estate è a Siena per assistere gli appestati; nell’autunno è a Montepulciano. Nel 1375 viaggia a Pisa e a Lucca per dissuadere i capi delle due città dall’aderire alla lega antipapale. Il 1° aprile, in Santa Cristina a Pisa, riceve le stimmate invisibili. Nel drammatico e vitale Trecento, tra guerra e peste, l’Italia e Siena possono contare su Caterina, come ci contano i colpiti da tutte le sventure, e i condannati a morte: ad esempio quel perugino, Nicolò di Tuldo, selvaggiamente disperato, che lei trasforma prima del supplizio: “Egli giunse come uno agnello mansueto, e vedendomi, cominciò a ridere; e volse ch’io gli facessi il segno della croce”. A maggio del 1376, parte per Avignone, dove arriva il 18 giugno; il 20 vede Gregorio XI (Pierre Roger de Beaufort, 1370-1378), che si decide a partire per l’Italia il 13 settembre, passando per Genova, dove Caterina lo convince di nuovo a proseguire il viaggio per Roma : vi arrivò il 17 gennaio 1377. Tornata a Siena, Caterina fonda il monastero di S. Maria degli Angeli, nel castello di Belcaro. In estate si reca in Val d’Orcia per pacificare due rami rivali dei Salimbeni e qui riceve quella straordinaria illuminazione sulla verità che sta alla base del “Dialogo della Divina Provvidenza”. All’inizio del 1378, su incarico del Papa, va a Firenze per trattare la pace (ottenuta il 18 luglio). Frattanto Gregorio XI muore il 27 marzo e gli succede, l’8 aprile, Urbano VI (Bartolomeo Prignano, 1378-1389), osteggiato nel collegio dei cardinali che il 20 settembre eleggono Clemente VII (Roberto di Ginevra): è l’inizio dello scisma d’occidente. Caterina, chiamata a Roma da Urbano VI, il 28 novembre, nel concistoro incoraggia fervorosamente il pontefice e i cardinali rimasti fedeli (definisce i tredici cardinali scismatici demoni incarnati). Nel 1379 è intensa l’attività epistolare per dimostrare a principi, uomini politici ed ecclesiastici, la legittimità dell’elezione di Urbano VI. Caterina si consuma nel dolore per la Chiesa divisa: se ne trova un’eco nelle “Orazioni” che i discepoli colsero dalle sue labbra. La rivolta dei romani, nel 1380, contro Urbano VI è per Caterina nuovo motivo di sofferenza. Quasi allo stremo delle sue forze riesce ancora, sotto l’impeto della volontà, ad andare ogni mattina in S. Pietro e trascorrervi l’intera giornata in preghiera. Dalla metà di febbraio è immobilizzata a letto: muore il 29 aprile sul mezzogiorno, ad appena 33 anni, ed è sepolta a Roma in S. Maria sopra Minerva. Successivamente fra Raimondo di Capua soddisferà il desiderio dei senesi portando a Siena il capo della santa, tuttora in S. Domenico. Il corpo, dal 1855, si trova sotto l’altare maggiore della Basilica minerviana a Roma. Il 29 giugno 1461 Pp Pio II (Enea Silvio Piccolomini - senese - 1458-1464) proclama Caterina santa (festa: prima domenica di maggio; successivamente 30 aprile ed oggi il 29 aprile, giorno del “dies natalis”. L’8 marzo 1866 il Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878) proclama S. Caterina compatrona di Roma. Il 18 giugno 1939 S. Caterina da Siena e S. Francesco d’Assisi sono proclamati, dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958), patroni primari d’Italia. Il 4 ottobre 1970, il Servo di Dio Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) riconosce a S. Caterina il titolo di Dottore della Chiesa. Il 1° ottobre 1999, il Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) proclama S. Caterina compatrona d’Europa. Per quanto riguarda le sue Opere Letterarie, S. Caterina, semianalfabeta e i cui scritti sono in maggioranza dettati, ha avuto un grande riconoscimento grazie anche alla testimonianza del suo primo biografo, fra Raimondo da Capua (beatificato nel 1899 da Pp Leone XIII), al quale la santa gli aveva predetto l’elezione a Maestro generale dei Domenicani, suo Confessore e testimone diretto del prodigioso dono di saper leggere e scrivere, testimone dunque anche delle sue opere Letterarie. È grazie al “Dialogo della divina Provvidenza”, dettato ad un gruppo di discepoli che scrivevano alla presenza, spesse volte, del suo Confessore, che il Servo di Dio Paolo VI proclamò S. Caterina da Siena Dottore della Chiesa. Nel “Dialogo” sono racchiuse profonde pagine di alta teologia, ancora oggi da approfondire e diffondere. Oltre al citato “Dialogo” si conservano 381 Lettere e 26/27 Orazioni. Per approfondimenti & Vita e Opere è Santa Caterina da Siena Significato del nome Caterina : “donna pura” (greco).

sabato 27 aprile 2013

Chiesa come comunità aperta

No alla chiusura della chiesa come i farisei: "Questo è un atteggiamento di quel gruppo e anche di tutti i gruppi nella storia, i gruppi chiusi: patteggiare col potere, risolvere le difficoltà ma 'fra noi'. Come hanno fatto quelli, la mattina della Risurrezione, quando i soldati sono andati a dir loro: 'Abbiamo visto questo'. 'State zitti! Prendete... E con i soldi hanno coperto tutto. Questo è proprio l'atteggiamento di questa religiosità chiusa che non ha la libertà di aprirsi al Signore. La loro vita comunitaria per difendere sempre la verità, perché loro credono di difendere la verità, è sempre la calunnia, il chiacchierare. Forse si dimenticano delle carezze della mamma, quando erano piccoli. Queste comunità non sanno di carezze, sanno di dovere, di fare, di chiudersi in una osservanza apparente. Come Gesu' gli aveva detto: 'Voi siete come una tomba, come un sepolcro, bianco, bellissimo, ma niente di più".

venerdì 26 aprile 2013

Chiarezza sullo IOR

Un primo passo per far luce sui meccanismi dell’istituto bancario nell’ottica di una riforma gloabale della Curia. GIACOMO GALEAZZI Vatican insider lastampa.it CITTA' DEL VATICANO «Il Papa sta dedicando attualmente la sua attenzione e le sue forze alle priorità di interesse più ampio del governo della Chiesa- precisa il portavoce vaticano,padre Federico Lombardi-.Anche se naturalmente incoraggia la prosecuzione dell’impegno di trasparenza nelle attività amministrative e finanziarie della Santa Sede e delle diverse istituzioni vaticane». Prima di prendere qualunque decisione (riforma o cessione) papa Bergoglio intende far luce sui meccanismi dell'Istituto e, secondo quanto si apprende nei Sacri Palazzi, avrebbe chiesto la documentazione alla dirigenza della Banca vaticana. Chi si celi dietro i conti cifrati dello Ior è uno dei segreti meglio conservati Oltretevere e già in passato fu opposto il "segreto bancario" in momenti nei quali si ipotizzava una redifinzione delle sacre finanze. E' noto, per esempio, che Giovanni Paolo I, che da patriarca di Venezia si era contrappoposto a Marcinkus nella controversa vicenda della cessione di un istituto cattolico veneto, intendesse far chiarezza sulla reale titolarità dei fondi depositati in Curia, in vista di una drastica ridefinizione degli organigrammi interni. Ora è possibile che, nel quadro della riforma della Curia romana avviata dal nuovo Papa, anche lo Ior venga cambiato. Lo hanno detto sia il cardinale hondureno Oscar Rodriguez Maradiaga, uno degli otto 'saggi' chiamati dal Papa, che il cardinale Francesco Coccopalmerio, autore della prima bozza di riforma. Difficilmente Papa Bergoglio chiuderà l'istituto, che serve, ad esempio, per finanziare le Chiese dei paesi più poveri che vivono in situazione di grande difficoltà economica. Ma gli scandali dello Ior hanno gravato per troppo tempo sul Vaticano. Per quanto riguarda gli utili conseguiti, essi non vanno corrisposti ad azionisti (che non esistono) ma sono devoluti in favore di opere di religione e di carità. Come modificare la percezione che la banca vaticana ricicla il denaro della mafia? "Effettivamente è una percezione che può rispondere o meno alla realtà", ha risposto di recente il monsignore argentino Marcelo Sanchez Sorondo in un'intervista al 'Clarin'. "E' certo che riciclano denaro i ricchi italiani. Credo che Papa Benedetto è stato molto rigoroso e stanno lavorando per pulire tutto ciò e cambiarlo. Credo che Bergoglio sarà ancor più rigoroso, è molto pratico e non è italiano". L'ex portavoce di Bergoglio a Buenos Aires, Federico Wals, ha citato in un'intervista al vaticanista americano John Allen il precedente di quando l'allora cardinale decise di rinunciare alla partecipazione della diocesi in diverse banche, per garantire maggior rigore nei conti della Chiesa, affidandosi a istituti di credito sicuri. E' dunque ipotizzabile una trasformazione dello Ior in una sorta di banca etica. Sono rilevanti gli investimenti esteri dello Ior, in prevalenza in titoli di Stato o portafogli a basso rischio. Gli interessi medi annui oscillano dal 4 al 12% e, non esistendo tasse all'interno dello Stato vaticano, si tratta di rendimenti netti. Di certo le decisioni sullo Ior faranno parte di un più complessivo rinnovo del settore finanziario del Vaticano, che potrebbe portare all'accorpamento dei dicasteri economici (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, che ha una sua "cassaforte", e prefettura degli Affari economici, trasformata da Bertone in una sorta di ministero del bilancio) sotto la guida unica del Governatorato. In accordo con l'Autorità di informazione finanziaria, la "authority" vaticana. In linea con le indicazioni di Moneyval. E coerentemente con la "battuta" di Bergoglio: gli uffici sono necessari, "ma fino a un certo punto". Uno degli ultimi atti di Benedetto XVI prima che la rinuncia al Pontificato divenisse efficace è stata invece l'approvazione della nomina dell'avvocato Ernst von Freyberg da parte della Commissione cardinalizia di Vigilanza dell'Istituto per le Opere di Religione (Ior) 9 mesi dopo la sofferta revoca del professor Ettore Gotti Tedeschi. Ma è stato lo stesso Benedetto XVI in occasione della celebrazione del mercoledì delle ceneri, con la drammatica denuncia delle «divisioni che deturpano il volto della Chiesa», a confidare ad alcuni cardinali che il suo cruccio maggiore nel lasciare il Pontificato era proprio il fatto di non aver potuto completare la Riforma della Curia avviata da Paolo VI nella direzione di una maggiore sobrietà ed efficienza. In questa direzione andrebbe la riorganizzazione dei dicasteri economici (Apsa e Prefettura) che potrebbero diventare sezioni della Segreteria di Stato, a sua volta unificata con il Governatorato della Città del Vaticano, che non è un dicastero di Curia ma ad essa fornisce i supporti organizzativi e logistici. In sostanza, così ci sarebbe un solo cardinale invece dei quattro attuali (Bertone, Bertello, Vresaldi e Calcagno) e la Segretria di Stato avrebbe 3 o 4 sezioni invece delle due attuali (quella degli affari generali affidata al sostituto Becciu e quella per i rapporti con gli Stati affidata a Mamberti). Alla fine dei «giochi» ci sarebbero dunque una decina di capi dicastero in meno, una scelta dirompente, anche se ci sono alcuni precedenti: nel 1973 Paolo VI prepensionò il cardinale 65enne Paolo Bertoli che rimase senza incarico; nel 2006 Benedetto XVI trasferì il cardinale Crescenzio Sepe dalla Congregazione dell'Evangelizzazione dei popoli alla guida della diocesi di Napoli e il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo con i non cristiani, monsignor Michael Fitzgerald, alla nunziatura del Cairo.Lo Ior consta di 130 dipendenti, un patrimonio stimato (nel 2008) di 5 miliardi di euro, 44mila conti correnti, riservati a dipendenti vaticani, ecclesiastici e ad un novero di laici e di enti privati.

mercoledì 24 aprile 2013

San Giorgio e il drago

“Scusate se vi do la schiena, ma devo parlare dall’ambone” ai cardinali Sodano e Bertone, che siedono dietro, ieri nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico: Messa per san Giorgio martire, onomastico di Bergoglio. “Mi sento ben accolto da voi. Mi sento bene con voi e questo mi piace. Non è possibile trovare Gesù fuori dalla Chiesa. Montini (Paolo VI) diceva che è una dicotomia assurda voler vivere con Gesù fuori dalla Chiesa che diventa madre di più figli e ci dà l’identità cristiana che non è soltanto un sigillo, ma è appartenenza... no alla mondanità che si negozia con il mondo. Se non siamo pecore di Gesù, la nostra fede è all’acqua di rose. Evangelizzare con allegria portando Gesù nel seno della Santa Madre Chiesa, come diceva sant’Ignazio, gerarchica e cattolica”.

martedì 23 aprile 2013

"Anche nella chiesa ci sono arrampicatori in cerca di gloria"

Nell'omelia della messa celebrata a Santa Marta il monito di Bergoglio che dice: "Solo Gesù ci indica la strada" REDAZIONE Vatican Insider lastampa.it ROMA - Anche nelle comunità cristiane ci sono gli arrampicatori». Lo ha detto papa Francesco nell'omelia di questa mattina alla Messa a Santa Marta. «Fanno finta di entrare ma sono ladri e briganti, rubano la gloria a Gesù». Il Papa ha aggiunto che non si può seguire una religione «da negozio». Gesù «diceva ai farisei: `Voi girate la gloria uno all'altro´. Una religione un po' da negozio, no? Io dò la gloria a te, tu dai la gloria a me. Ma questi non sono entrati dalla porta vera, che è Gesù». Nelle due Letture della liturgia di oggi, viene ripetuto il verbo «entrare». «E Gesù - ha detto Papa Francesco - è molto esplicito, in questo: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta non è il pastore. La porta, la vera porta, l'unica porta è Gesù. Noi dobbiamo entrare da quella porta». Chi non lo fa «è un ladro o un brigante, uno che vuole fare profitto per se stesso». Il Papa ha ribadito: «La porta è Gesù, e chi non entra da questa porta si sbaglia. E come so che la porta vera è Gesù? Prendi le Beatitudini e fa quello che dicono le Beatitudini. Sei umile, sei povero, sei mite, sei giusto. Ma quando ti dicono un'altra proposta, non ascoltarla».

lunedì 22 aprile 2013

Pronto chi è? "Sono papa Francisco"

“Un gesto che vale più di tante parole”. Così don Cesar Alejandro Pulchinotta, parroco argentino di Santa Maria Annunziata e Cristo Re a Montorio Romano, in Sabina nel Lazio, commenta ancora incredulo la telefonata ricevuta nei giorni scorsi da Papa Francesco. Radio Vaticana - La “chiamata” è stata effettuata dal Santo Padre per ringraziare del libro scritto e inviatogli dal sacerdote sul Venerabile Josè Gabriel Brochero, prete del secolo scorso che presto sarà beatificato in Argentina. Ascoltiamo don Pulchinotta al microfono di Paolo Ondarza: ascolta R. – Il telefono ha suonato: ho visto sul display “numero privato” e ho domandato “pronto, chi è?”. Mi ha detto: “Sono Papa Francisco”. Sulle prime, sono rimasto un po’ bloccato dalla sorpresa… Non me lo aspettavo. Mi ha detto che padre Miguel, un amico comune, gli aveva fatto arrivare il mio libro. Mi voleva ringraziare. Io gli ho detto che questo era un grande onore, in primis che avesse ricevuto il mio libro e che poi mi chiamasse al telefono. Allora mi ha risposto: “Mi sembra soltanto semplice buona educazione. Mi hai regalato il tuo libro e io ti ringrazio”. D. - Che cosa l’ha colpita maggiormente di questa reazione così spontanea di Papa Francesco? R. - In realtà è scontato fra due persone: uno fa un dono all’altro e l’altro ringrazia. La cosa che, però, non è scontata è chi lo fa: io sono un semplice prete di campagna. Il mettersi in relazione con l’altro, accanto all’altro e non al di sopra dell’altro, non è comune. Ovviamente lui è il Papa, il Successore di Pietro: c’è una bella distanza fra lui e me, una distanza che lui ha accorciato con questa semplicità. Questo stabilisce anche una relazione di fratellanza. D. - Don Cesar Alejandro, inviando questo libro al Papa, mai si sarebbe aspettato una risposta di questo tipo, forse neanche un biglietto scritto da qualche intermediario… R. - Alle volte arrivano questi biglietti, che scrivono i suoi segretari. Io ero già molto contento che lui ricevesse il mio libro. Per me questo aveva già un significato simbolico molto grande: il fatto di far arrivare il frutto dei miei studi a lui. D. - Don Cesar Alejandro, questa normalità, questa spontaneità insegna qualcosa anche alla Chiesa di oggi? R. - Certamente. Il gesto - non calcolato, come lei ha detto “spontaneo” - significa che è un pastore realmente al servizio del popolo, cammina insieme a noi. Nel Vangelo di domenica c’era questa conoscenza intima tra il pastore e il suo gregge: si ascoltano e si riconoscono nella voce. Quindi sentire questa voce, per telefono, fa bene, fa sentire la voce del pastore vicino a noi. Per me, come sacerdote e come pastore, è anche un incoraggiamento ad essere in mezzo alla gente, in semplicità. D. - Lei si autodefiniva prima un parroco di campagna: lei è alla guida di una piccola comunità, quella della parrocchia di Montorio Romano, in Sabina. La telefonata del Papa conferma la sua attitudine a rendersi prossimo a tutti gli uomini, fino alle periferie… R. - Questo ci fa vedere che le parole del Papa “bisogna andare verso tutti gli uomini” non rappresentano un semplice discorso ideologico, ma sono una posizione di vita, che si concretizza con gesti spontanei come il dare la mano a chi gli passa vicino… D. - Questo raggiunge il cuore della gente…. R. - Certamente! Lei lo sa, voi alla radio comunicate attraverso il linguaggio parlato, il linguaggio orale, ma alle volte un gesto dice molto più di tante parole. D. - Il suo libro, quello che lei ha inviato a Papa Francesco è dedicato José Gabriel Brochero, sacerdote argentino morto all’inizio del XX secolo, che presto sarà beatificato: una figura sicuramente nota a Papa Francesco e molto cara al popolo argentino… R. - Sì, molto cara in quanto è stato un sacerdote molto, molto vicino alla gente. E’ un punto di riferimento per il clero argentino e per tutta la Chiesa argentina: un esempio del pastore che si dà tutto per il suo gregge, sino alla morte. Questo sacerdote muore, perché ha contratto la lebbra da uno dei malati che andava a trovare. Anche se gli chiedevano di allontanarsi da questo tipo di malati proprio per il rischio di contagio, lui - pur di non perdere la comunione con queste persone - ha assunto coscientemente il rischio di contagiarsi: è morto tra le sofferenze di questa malattia. Ovviamente il Papa, come argentino, lo conosce bene. D. - Sarà bello che la beatificazione avverrà sotto il Pontificato di un Papa che viene dall’Argentina… R. - Senza dubbio! Per tutta la Chiesa argentina sarà una cosa bellissima. http://news4.argentinian.me/papa-francesco-telefona-al-parroco-di-montorio-romano-la-15722

sabato 20 aprile 2013

IL MESSAGGERO: il Papa abolisce la gratifica, andranno ai poveri..

I dipendenti vaticani non saranno forse contenti per le proprie finanze, ma i poveri sicuramente sì, visto che beneficeranno dei “premi di produzione” previsti per ogni inizio pontificato. La busta paga di 4 mila lavoratori d’Oltretevere, infatti, stavolta non conterrà la ricompensa in denaro che viene assegnata per l'elezione di un nuovo Papa. Una tradizione che affonda le radici nel tempo ma che Papa Francesco ha voluto interrompere, in assoluta coerenza con le sue idee e con quanto era emerso durante le congregazioni generali. Nelle discussioni tra i cardinali nei giorni del pre conclave, alcuni porporati avevano sollevato il quesito, se visti i tempi di crisi e soprattutto visto l’esborso finanziario che avrebbe pesato non poco sui già traballanti conti della Santa Sede, di doveva procedere ugualmente in quella direzione. Un applauso di buona parte dell’assemblea era sembrato far capire che la volontà era di correggere la rotta. E così è stato. Il nuovo segnale di sobrietà di Papa Francesco stavolta andrà a favore di progetti umanitari visto che la medesima cifra, ha stabilito Bergoglio, verrà destinata a chi è indigente. La notizia filtrata nei giorni scorsi è stata confermata dall’agenzia francese I.Media. Per il personale vaticano si tratta di una doppia perdita dato che i dipendenti non avevano avuto in busta paga il premio previsto per la Sede Vacante, subito dopo le dimissioni di Ratzinger. Cosa che invece era accaduta quando morì Papa Wojtyla. Nel 2005 dipendenti ricevettero 1.500 euro ciascuno: una prima gratifica di mille euro per la Sede Vacante dopo morte di Giovanni Paolo II, e una seconda di 500 euro per l'elezione di Benedetto XVI. Cifre non indifferenti per i bilanci del piccolo Stato se moltiplicate per 4200, tanti sono i lavoratori. Nel 1978, quando ci furono due morti di Pontefici e due Conclavi, le buste paga furono particolarmente ricche. Altri tempi. Ora sul Soglio di Pietro siede Francesco che ha dichiarato sin dal primo istante dell’elezione di battersi per «una Chiesa povera e per i poveri». Ancora sconosciuta, invece, la destinazione finale di quel denaro, se per sostenere istituti di carità europei oppure per aiutare i poveri dell’America Latina e dell’Africa. La decisione Papa Francesco l’ha comunicata da poco anche se la scorsa settimana, quando è andato a fare visita alla Segreteria di Stato, era sembrato lanciare segnali in quel senso. Ad un certo punto, rivolgendosi sia ai funzionari laici che ai sacerdoti della prima e della seconda sezione, li aveva ringraziati dal profondo del cuore per tutto il “lavoro impagabile svolto ultimamente”. Impagabile appunto. “Posso solo dirvi grazie ma non darvi denaro”

venerdì 19 aprile 2013

Gazzetta dello Sport: triangolare per il Papa

Giocare il prossimo 10 agosto un triangolare benefico allo stadio Olimpico tra San Lorenzo, Roma e Lazio sotto lo sguardo di uno spettatore d'eccezione: Papa Francesco. È il sogno che Matias Lammens, presidente del San Lorenzo de Almagro, squadra di Buenos Aires della quale è tifoso e tesserato il nuovo pontefice, ha confessato di custodire nel cassetto nel corso di una intervista rilasciata al programma Planet America di Radio Marca: "Abbiamo la possibilità di giocare con Lazio e Roma il prossimo 10 agosto a Roma. Sarebbe un triangolare a cui assisterebbe anche Papa Francesco". BENEFICENZA — "Sarebbe la prima volta nella storia che un Papa assiste a una partita di calcio" ha aggiunto Lammens, convinto di poter organizzare qualcosa di mai visto: "L'idea del San Lorenzo è quella di disputarlo. Sarebbe un triangolare allo stadio Olimpico di Roma e il ricavato poi sarà destinato ai quartieri di Buenos Aires colpiti all'inizio del mese dalla alluvione che ha provocato più di 50 vittime e ingenti danni". ITALIA-ARGENTINA — L'idea di un'amichevole con il Papa sugli spalti è già venuta alla Federcalcio italiana e al c.t. azzurro Cesare Prandelli, che vorrebbero organizzare sempre all'Olimpico, il 14 agosto, una partita tra l'Italia e l'Argentina di Messi. La data, inizialmente occupata da un'altra amichevole della Seleccion con la Russia, si è liberata grazie all'intervento della Fifa che ha fissato proprio per il 14 agosto al Windsor Park di Belfast il recupero della sfida tra la nazionale allenata da Capello e l'Irlanda del Nord valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2014, e rinviata per neve lo scorso 22 marzo.

giovedì 18 aprile 2013

«Quando uno è chiamato da un giudice o ha una causa, la prima cosa che fa è chiamare un avvocato perché lo difenda: noi ne abbiamo uno che ci difende sempre dalle insidie del Diavolo, da noi stessi e dai nostri peccati, Gesù è il nostro avvocato». Lo ha sottolineato Papa Francesco nella catechesi all’udienza generale di ieri.

martedì 16 aprile 2013

Auguri al Papa emerito

Francesco fa gli auguri al suo predecessore, Benedetto XVI, che compie 86 anni, il Papa lo ha ricordato all’inizio della messa celebrata questa mattina a Santa Marta. “Offriamo la messa per lui, perché il Signore sia con lui, lo conforti e gli dia molta consolazione”

lunedì 15 aprile 2013

Incontro col premier spagnolo Rajoy

La crisi economica ed occupazionale è stato uno dei temi al centro dell’incontro, avvenuto stamattina tra papa Francesco e il premier spagnolo presso il Palazzo Apostolico Vaticano. “In un clima di cordialità i colloqui hanno permesso uno scambio di vedute sulla non facile situazione economico-finanziaria mondiale che la Spagna sta affrontando, come altri Paesi europei, e che ha provocato una grave crisi occupazionale, coinvolgendo molte famiglie, particolarmente i giovani”. In tale contesto di crisi, è stata espressa “la vicinanza della Chiesa” e si è preso atto del “notevole lavoro” che sta compiendo la Caritas insieme ad altre Associazioni caritative ecclesiali a favore dei più bisognosi. Papa Francesco e Rajoy hanno fatto anche riferimento all’attuale assetto del Paese, ravvisando “la necessità di un dialogo nella società e tra tutte le sue componenti, basato sul rispetto reciproco e tenendo presente valori, quali la giustizia e la solidarietà, nella ricerca del bene comune”. Si è infine accennato alla situazione internazionale, con particolare attenzione all’America Latina. Per il Papa appassionato di calcio la maglia delle furie rosse campioni d'Europa e del mondo.

domenica 14 aprile 2013

San Paolo (fuori le mura)

«Siamo sulla tomba di San Paolo, un umile e grande apostolo del Signore che lo ha annunciato con la parola, lo ha testimoniato col martirio e lo ha adorato con tutto il cuore...Il Vangelo va annunciato e testimoniato, la fede nasce dall'ascolto, e si rafforza nell'annuncio. Ciascuno dovrebbe chiedersi: Come testimonio io Cristo con la mia fede? Ho il coraggio di Pietro e degli altri Apostoli di pensare, scegliere e vivere da cristiano, obbedendo a Dio?... L'incorenza dei pastori e dei fedeli mina la credibilità della Chiesa.. una classe media della santità di cui tutti possiamo fare parte. Ci sono i santi di tutti i giorni i santi "nascosti" perché la testimonianza della fede ha tante forme, tutte importanti, anche quelle che non emergono.» Bergoglio potrebbe fermarsi in basilica a visitare la cappella dove il fondatore dei gesuiti, Sant'Ignazio di Loyola, e alcuni suoi compagni, fecero la professione religiosa. In mattinata 80 mila fedeli hanno assistito in San Pietro al «Regina Coeli» di Papa Francesco, che dopo la preghiera recitata dalla finestra del suo studio, a braccio, ha parlato dei cristiani perseguitati nel mondo.

sabato 13 aprile 2013

Gli otto più uno del Papa

Coordinati da Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga (card.Tegucigalpa): Giuseppe Bertello (card.) presidente Governatorato C.d.V., George Pell (card.Sidney), Sean Patrick O’Malley (card. Boston), Reinhard Marx (card. Monaco), Laurent Monsengwo Pasinya (card.Kinshasa), Francisco Javier Errázuriz Ossa (card. Santiago del Cile), Oswald Gracias (card. Mumbai), e Marcello Semeraro (Avvenire - segretario) sono stati scelti da Papa Francesco come nuovo comitato di riforma della curia di Roma.

venerdì 12 aprile 2013

Italia Argentina e il Papa allo stadio, ora si può..

La Russia dà forfait per il 14 agosto: Albiceleste libera. L'amichevole in programma il 14 agosto, tra Russia e Argentina non si giocherà e torna d'attualità una possibile sfida con l'Italia in onore di Papa Francesco. La squadra di Capello infatti dovrà recuperare la sfida, valida per le qualificazioni mondiali con l'Irlanda del Nord ed ha rinunciato. I biancocelesti di Messi ora restano liberi per quella data. La federazione argentina aveva apprezzato l'idea lanciata da Prandelli, ma non avevo trovato una collocazione nel calendario: ora c'è.

giovedì 11 aprile 2013

Sono a disposizione

Papa Francesco scrive alla Caritas di Roma: "Sono a disposizione" In Usa si grida al miracolo: "Bergoglio riporta in chiesa i delusi" Papa Francesco "La speranza non delude mai" Sua Santità ha voluto salutare gli Ospiti dei Centri della Caritas di Roma con una lettera inviata al direttore, monsignor Enrico Feroci. "Vi ringrazio anche perché pregate per me, e vi invito a continuare a farlo poiché ne ho molto bisogno. Sappiate che vi porto nel mio cuore e che sono a vostra disposizione" - “Vi ringrazio per il vostro gesto di vicinanza e di affetto. Il Signore vi ricompensi abbondantemente. Vi ringrazio anche perché pregate per me, e vi invito a continuare a farlo poiché ne ho molto bisogno. Sappiate che vi porto nel mio cuore e che sono a vostra disposizione. Vi auguro un santo tempo pasquale. Gesù vi benedica e la Santa Vergine vi protegga. Fraternamente, Francesco”. Così Papa Francesco ha voluto salutare gli Ospiti dei Centri della Caritas di Roma con una lettera inviata al direttore, monsignor Enrico Feroci. “E’ molto bello vedere il nostro vescovo che ci conferma la sua vicinanza nella preghiera”, ha dichiarato monsignor Feroci. “Ieri sera - racconta il direttore della Caritas - ho letto il messaggio agli ospiti della Mensa e dell’Ostello. Eravamo tutti emozionati alle sue parole, quando ci dice ‘sono a vostra disposizione’. Accogliamo questa ‘disponibilità’ con gratitudine e riconoscenza”. Il Santo Padre saluta e ringrazia per le preghiere i senza dimora che, sempre attraverso monsignor Feroci, gli avevano inviato lo scorso 27 marzo un messaggio di benvenuto. L’iniziativa trae origine da una serie di incontri di approfondimento che gli ospiti hanno svolto insieme al direttore della Caritas di Roma durante la Quaresima, quando hanno discusso, tra le altre cose, anche della rinuncia di Papa Benedetto XVI, del conclave e dell’elezione del nuovo Pontefice. La lettera è stata consegnata al Santo Padre personalmente dal direttore della Caritas, monsignor Feroci, durante un incontro di Papa Francesco con alcuni sacerdoti romani al termine della Messa Crismale. (Il Giorno)

martedì 9 aprile 2013

Boom editoriale sul Nuovo Papa

Un vero e proprio mercato editoriale si è scatenato con l'elezione di Papa Francesco, nulla di male se serve a diffondere i contenuti del rinnovamento spirituale in atto, compreso l'album delle figurine per i bambini e quant'altro. Questo sito nato prima dell'elezione di Bergoglio al soglio pontificio, cercherà di essere sempre, comunque, rispettoso e fedele ai valori universali, ma con un accessibilità gratuita che solo il mondo di internet come nuovo mezzo di comunicazione può dare.

Cultura dell'incontro

lunedì 8 aprile 2013

Onu in Vaticano

Papa Francesco ricevera'domani alle ore 11 in udienza in Vaticano, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Da Giovanni XXIII sono andati in Vaticano 7 segretari generali delle Nazioni Unite. Dopo l'incontro con Benedetto XVI a New York, il 18 aprile 2008, Ban Ki-moon ricambia in Vaticano per l'udienza di domani con Bergoglio.

domenica 7 aprile 2013

Vescovo di Roma

"Dio non è impaziente come noi che vogliamo tutto e subito, anche con le persone", scandisce Francesco nell'omelia. E aggiunge:"Dio è paziente con noi perché ci ama, e chi ama comprende, spera, dà fiducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare, ci aspetta sempre, anche quando ci siamo allontanati". Francesco prende possesso della cattedra di vescovo di Roma impugnando il pastorale di Paolo VI, una croce astile d'argento con raffigurato Cristo, invece della ferula d'oro di Pio IX che ha utilizzato in questi primi giorni del Pontificato. Giovanni Paolo II ha sempre usato il pastorale di Papa Montini nei 27 anni del suo Pontificato. Benedetto XVI dopo un paio d'anni era invece tornato alla ferula che è il simbolo del ministero petrino, mentre il pastorale (anche se in realtà è una croce astile) avvicina il vescovo di Roma agli altri vescovi."Dio non è mai lontano e se torniamo a Lui, è pronto ad abbracciarci", spiega Bergoglio. Infatti, "la pazienza di Dio deve trovare in noi il coraggio di ritornare a Lui, qualunque errore, qualunque peccato ci sia nella nostra vita: nel sentire il mio peccato, nel guardare il mio peccato io posso vedere e incontrare la misericordia di Dio, il suo amore e andare da Lui per ricevere il perdono". Racconta Bergoglio:"Nella mia vita personale ho visto tante volte il volto misericordioso di Dio, la sua pazienza, ho visto anche in tante persone il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesù dicendogli: Signore sono qui, accetta la mia povertà, nascondi nelle tue piaghe il mio peccato, lavalo col tuo sangue. E ho sempre visto che Dio l’ha fatto, ha accolto, consolato, lavato, amato". Quindi"lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre ci dà tempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da Lui, di incontrare la sua misericordia nei Sacramenti". Così "sentiremo la sua tenerezza, sentiremo il suo abbraccio". Un lungo applauso dei fedeli, che gremiscono la chiesa di San Giovanni in Laterano, sottolinea il momento in cui papa Francesco si siede sulla cattedra della Basilica Lateranense, insediandosi ufficialmente come Vescovo di Roma nella sua cattedrale. Al suo fianco, il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini e il vicario emerito Camillo Ruini, i due porporati che con il pontefice concelebrano la messa, nella "Domenica della Misericordia". Nell'atrio della Basilica di San Giovanni in Laterano, Francesco ha baciato la croce, come è prassi nella presa di possesso di una basilica da parte di un vescovo. Poi ha fatto un piccolo segno di croce sulla propria fronte e su quella del cardinale Agostino Vallini, suo vicario per Roma. Un gesto, quest'ultimo non previsto dal protocollo della cerimonia. Si tratta quasi di una implicita conferma del porporato nel suo ruolo di principale collaboratore pastorale del nuovo Pontefice per la città eterna. Appena entrato in basilica ha salutato uno ad uno i disabili che si trovano tra le prime file. Molto commovente l'abbraccio con una ragazzina sulla sedia a rotelle. Poco prima aveva attraversato in auto scoperta il grande sagrato della cattedrale di Roma. Nel chinarsi a salutare i fedeli Bergoglio ha perso la papalina bianca e ha continuato il suo giro a capo scoperto. Sul piazzale da oggi intitolato a Karol Wojtyla ha benedetto la nuova targa toponomastica con la scritta: "Largo Beato Giovanni Paolo II - Pontefice dal 1978 al 2005".

Papa Alessandro VII e l'abbraccio di San Pietro

Papa Alessandro VII fu papa della Chiesa cattolica dal 7 aprile 1655 alla sua morte il 22 maggio 1667. Nato a Siena il 13 febbraio 1599 col nome di Fabio Chigi, membro della nota famiglia di banchieri toscani, e bisnipote di papa Paolo V, venne educato in privato da un tutore e ricevette la laurea in filosofia, diritto canonico e teologia all'Università di Siena. Fin da giovane mostrò spiccate doti religiose e letterarie, essendo descritto come austero e zelante nella fede. L'8 gennaio 1635 fu eletto vescovo di Nardò e fu consacrato vescovo il 1º luglio dello stesso anno. Rimase nella sua diocesi fino al 1639, anno della nomina a Nunzio pontificio di Colonia (1639-1651). Fu creato cardinale da papa Innocenzo X nel concistoro del 19 febbraio 1652 e il 12 marzo dello stesso anno gli fu conferito il titolo di Santa Maria del Popolo. Il 13 maggio 1653 fu eletto vescovo di Imola. Papa Innocenzo X lo richiamò poi a Roma, nominandolo cardinale segretario di stato. Alla morte di Innocenzo X, il cardinale Fabio Chigi, candidato sostenuto dalla corona di Spagna, venne eletto Papa dopo ottanta giorni di conclave, il 7 aprile 1655. Il conclave riteneva che egli si opponesse duramente al nepotismo all'epoca prevalente. In realtà, nel primo anno di regno, Alessandro VII visse semplicemente e vietò ai parenti persino di fargli visita a Roma. Non apprezzava gli affari di stato, preferendo la letteratura e la filosofia; una raccolta dei suoi poemi in latino apparve a Parigi nel 1656 con il titolo di Philomathi Labores Juveniles. Egli incoraggiò inoltre l'architettura e le arti in genere, divenendo uno dei pontefici più attivi nel compiere il rinnovamento della città di Roma, e a lui si devono molte delle opere in stile barocco della città eterna; in tal senso fu grande patrono ed estimatore di Gian Lorenzo Bernini. Ordinò le decorazioni della chiesa di Santa Maria del Popolo, delle chiese titolari di diversi dei Cardinali della famiglia Chigi, la Scala Regia, l'altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro, ed in particolare patrocinò la costruzione del magnifico e famoso colonnato del Bernini nella piazza della basilica vaticana. Nel 1661, quando Ariccia passò dal dominio dei Savelli a quello dei Chigi, Alessandro si impegnò in un importante intervento di restauro del borgo, avvalendosi del prezioso operato dello stesso Bernini e del suo giovane assistente Carlo Fontana. Di particolare interesse sono il progetto di restauro del palazzo e la creazione della Collegiata di Santa Maria dell'Assunta. Durante il pontificato di Alessandro VII avvenne la conversione della Regina Cristina di Svezia, che dopo la sua abdicazione, venne a vivere a Roma; qui il giorno di Natale del 1655, il suo battesimo venne confermato dal Papa in persona. Nella politica estera mantenne un profilo prudente e accorto continuando la politica pontificia del suo tempo. Favorì inoltre i Gesuiti nelle loro imprese. Nel 1665 canonizzò Francesco di Sales. Tre anni prima dell'apertura al pubblico della 'sua' Biblioteca Alessandrina nel Palazzo della Sapienza, il pontefice morì nel maggio del 1667 e gli successe Clemente IX. Il suggestivo monumento sepolcrale a lui dedicato, che si trova all'interno della Basilica di San Pietro, fu realizzato proprio dal suo artista prediletto, Gian Lorenzo Bernini.

sabato 6 aprile 2013

Papa e pallone..

Papa Francesco biancoceleste? Sul web il tifo si scatena: Twitter e Facebook, tra entusiasmo e sfottò. Si chiama Francesco come il capitano dell'a.s.roma, ma - così sembra - «tifa» biancoceleste per affinità cromatica con la bandiera dell'Argentina. Il vortice del derby ha risucchiato anche il nuovo Papa, ufficialmente tifoso del San Lorenzo de Almagro e ufficiosamente deluso di non poter assistere a Roma-Lazio di lunedì sera. La notizia ha fatto il giro del web, lì derby è già iniziato, fede romanista contro fede laziale. «È argentino, non poteva che essere della Lazio. Grande!!!!!», posta Pamela ssl; «Signore benedicilo, lo aspettiamo in curva Nord», scrive Giordano.. (A. Ar.) Corriere Della Sera > Roma

venerdì 5 aprile 2013

Giustizia per le famiglie senza lavoro dell'IDI

foto di Michal Werschler. I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno eseguito, ieri mattina, tre misure cautelari personali, disposte dal gip del Tribunale di Roma, Antonella Capri, nei confronti di Domenico Temperini, di padre Franco Decaminada e di Antonio Nicolella, nell'ambito delle indagini sul dissesto finanziario dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (Idi). Per Temperini è stato disposto il carcere, per Decaminada, consigliere delegato dal 2004 al dicembre 2011 incaricato della gestione del comparto Idi-Sanità, e per Nicolella sono stati disposti gli arresti domiciliari. I reati contestati ai tre arrestati vanno dall'appropriazione indebita aggravata alla bancarotta patrimoniale fraudolenta, dall'emissione ed utilizzo di fatture false all'occultamento delle scritture contabili; altre 10 persone sono state denunciate, inoltre, a vario titolo, per i delitti di riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento delle scritture contabili ed appropriazione indebita. La Guardia di finanza fa sapere che le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Roma e condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, hanno avuto ad oggetto "gravi fattispecie di appropriazione indebita, proseguite sino al 2012, in danno della Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, ente ecclesiastico, giuridicamente riconosciuto, proprietario, tra gli altri, dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata Concezione, del San Carlo di Nancy e di Villa Paola, con oltre 1.500 dipendenti, e, da sabato scorso, in amministrazione straordinaria, a seguito dello stato di insolvenza accertato dal Tribunale di Roma, in relazione ad un passivo di oltre 600 milioni di euro".

giovedì 4 aprile 2013

Sullo IOR il Vaticano di Francesco adesso risponde

Interrompendo lo schema silenzioso che finora aveva inghiottito molte rogatorie, il Vaticano ha risposto alla Procura sul caso di monsignor Francesco Maria Ricci. Il sacerdote dei Domenicani che investì (e perse) un milione e 600mila euro nei fondi esotici del «Madoff dei Parioli» dopo averli prelevati da un conto destinato alle opere di beatificazione. La risposta chiama in causa lo Ior, dove Ricci, Rettore della Chiesa di Santa Sabina all'Aventino, è risultato titolare di 3 conti correnti (identificati come altrettanti fondi intestati ai Domenicani di Roma), uno dei quali ancora aperto e destinato alla cosiddetta Postulazione Generale dei beati. Ricci ne avrebbe sostenute oltre un centinaio nella sua attività (nell'elenco figurano aristocratici della famiglia Orsini e predicatori di campagna come il domenicano francese Jean-Joseph Lataste), come ha spiegato anche nel corso del processo Lande, contro il quale ha sporto querela senza tuttavia poi costituirsi parte civile. Dunque veniva dallo Ior il capitale affidato a Gianfranco Lande («che garantiva profitti maggiori rispetto alle banche» ha cristallizzato il sacerdote durante la sua deposizione al processo del «Madoff») e che per lui avrebbe scudato anche soldi dall'estero. Ma la risposta alla rogatoria, firmata dal Direttore generale dell'Istituto, Paolo Cipriani, non scioglie tutti i dubbi. Al pm Luca Tescaroli che domandava fra l'altro «l'elenco degli istanti che hanno provveduto a elargire somme di denaro al predetto sacerdote, con le indicazioni dei relativi importi e delle modalità di versamento» la Santa Sede risponde a suo modo. Inviando i soli numeri, vale a dire gli importi movimentati negli anni senza però specificarne nè la provenienza nè i destinatari di bonifici vari. (Con Ricci è autorizzato alle operazioni anche un altro domenicano, postulatore di professione a sua volta: padre Vito Gomez). Cipriani trasmette a Tescaroli l'elenco di movimentazioni di denaro effettuato giorno per giorno negli anni fra 2000 e 2007, ossia il periodo preso in esame. Su quei conti è possibile effettuare prelievi in contante fino a importi elevati. Prelievi cash di dieci - ventimila euro. E anche se la media è solitamente più bassa, in qualche caso il postulatore di cause sante uscirà dallo Ior con 35mila o perfino 50mila euro in banconote. Due sono i bonifici specificati; uno generico, l'altro accompagnato dalla specifica «domestico». Destinato con ogni probabilità alla sede legale o al convento dei Domenicani. Ilaria Sacchettoni per "Il Corriere della Sera" - Roma

martedì 2 aprile 2013

Bergoglio e Wojtyła

Verso le 19, dopo la chiusura serale della Basilica Vaticana, il Papa ha compiuto una visita alla tomba di Giovanni Paolo II nell’ottavo anniversario della morte. La Cappella è quella di San Sebastiano nella navata destra della Basilica, dove il Papa ha sostato a lungo inginocchiato in preghiera silenziosa.Breve raccoglimento anche davanti alle tombe del Beato Giovanni XXIII e di San Pio X. "Come la visita di ieri alla tomba di San Pietro e alle Grotte Vaticane, anche la visita di questa sera nella Basilica esprime la profonda continuità spirituale del ministero petrino dei Papi, che il Papa Francesco vive e sente intensamente, come ha dimostrato anche nell’incontro e con i ripetuti colloqui telefonici con il suo Precedessore Benedetto XVI", ha sottolineato il portavoce, padre Federico Lombardi.

San Bernardino da Siena e lo stemma papale

Fu canonizzato nel 1450 per opera di papa Niccolò V. Negli anni successivi l'ordine francescano diffuse il messaggio religioso e politico di Bernardino e numerosi furono gli oratori/chiese a lui dedicati, mentre il suo corpo è conservato a L'Aquila, nella basilica che porta il suo nome. Nella città il culto si manifesta soprattutto con la diffusissima presenza del monogramma IHS sulle porte degli edifici. Già prima della canonizzazione si diffusero voci sulle gesta miracolose a lui attribuite, alcune delle quali trovarono spazio in un'edizione di quegli anni della Legenda Aurea. Le prediche tenute da Bernardino nei suoi viaggi furono raccolte da un suo fedele discepolo e pubblicate dopo la sua morte. Esse sono un esempio di grande interesse di letteratura sacra e testimoniano le tensioni di rinnovamento spirituale che ebbero luogo nel XV secolo.

lunedì 1 aprile 2013

La grazia di Cristo risorto

"Cristo ha vinto il male” e spetta a noi accogliere questa vittoria nella vita nella società nella storia. Così Papa Francesco nel Lunedì dell’Angelo, prima della recita del Regina Coeli, in questa prima Pasqua del suo pontificato, rivolto alle decine di migliaia di fedeli raccolti in piazza san Pietro. Il servizio di Roberta Gisotti: “Perché l’odio lasci il posto all’amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdono, la tristezza alla gioia”, occorre “che il Mistero Pasquale possa operare profondamente in noi e in questo nostro tempo”. La preghiera del Papa stamane alla Madonna “nel nome del Signore morto e risorto” “Cristo ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ogni tempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita e nelle realtà concrete della storia e della società”. Il primo pensiero di Francesco è andato ai sofferenti: “Che la forza della Risurrezione di Cristo possa raggiungere ogni persona - specialmente chi soffre – e tutte le situazioni più bisognose di fiducia e di speranza”. Ha sottolineato quindi come “la grazia contenuta nei Sacramenti pasquali è un potenziale di rinnovamento enorme per l’esistenza personale, per la vita delle famiglie, per le relazioni sociali”. “Sì, il Battesimo che ci fa figli di Dio, l’Eucaristia che ci unisce a Cristo, devono diventare vita, tradursi cioé in atteggiamenti, comportamenti, gesti, scelte”. Ma tutto passa attraverso il cuore umano: “Se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo risorto, se le permetto di cambiarmi in quel mio aspetto che non è buono, che può far male a me e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azione benefica. Questo è il potere della grazia! Senza la grazia non possiamo nulla”. Si tratta quindi di “esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto”: “Ecco, cari fratelli e sorelle, il nostro impegno quotidiano, ma direi anche la nostra gioia quotidiana!” Infine il saluto semplice e informale di Papa Francesco a tutti i fedeli: “Buona Pasqua a tutti e buon pranzo!”. Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/Articolo.asp?c=678675 del sito Radio Vaticana