domenica 9 giugno 2013

San Francesco e il lupo di Gubbio

Viveva un dì, narra un’antica voce intorno a Gubbio un lupo assai feroce che aveva i denti più acuti che i mastini e divorava uomini e bambini. Dentro le mura piccole di Gubbio stavano chiusi i cittadini e in dubbio ciascuno della vita. La paura non li lasciava uscire dalle mura. E San Francesco venne a Gubbio, e intese del lupo, delle stragi, delle offese; ed ebbe un riso luminoso e fresco, e disse: “O frati, incontro al lupo io esco!”. Le donne avevano lagrime così grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì. E a mezzo al bosco ritrovò il feroce ispido lupo, e con amica voce gli disse: “O lupo, mio fratello lupo, perché mi guardi così ombroso e cupo? Perché mi mostri quegli aguzzi denti? Vieni un po’ qua, siedimi accosto e senti: Io so che tu fai molto male a Gubbio e tieni ognuno della vita in dubbio, e so che rubi uccidi e non perdoni nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni: Orbene ascolta: come è vero il sole, ciò che tu fai è male. Iddio non vuole! Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto che in Gubbio avrai d’ora in avanti il vitto: ma tu prometti essere onesto e dritto e non dare la minima molestia: Essere insomma una tranquilla bestia. Prometti dunque tutto questo, dì?”. Il lupo abbassò il capo, e fece: “Si!”. “Davanti a Dio tu lo prometti?”. E in fede il lupo alzò molto umilmente un piede. Allora il Santo volse allegro il passo a Gubbio, e il lupo dietro, a corpo basso. In Gubbio fu gran festa, immenso evviva: scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva. E domestico il lupo entro rimase le chiuse mura, e andava per le case im mezzo ai bimbi come un vero agnello, e leccava la gota a questo e a quello. E poi morì. E fu da tutti pianto e seppellito preso il campo santo.

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